Come Nasce Miele in Culla
Un amico mi chiese un giorno:
"perchè il miele mangiato direttamente dal favo è più buono?"
la risposta fu immediata "probabilmente è la cera che lo rende migliore".
L'intuizione che accompagnò quella risposta fu repentina:
e se realizzassi un vasetto completamente in cera d'api?
Da li cominciai gli studi preliminari sul miele e la sua produzione canonica ed industriale (non tanto dissimile), arrivando a scoprire che il miele assorbe odori e perde parte della sua peculiarità se esposto alla luce.
Tutto divenne più chiaro.
Dovevo ricreare il lavoro che le api fanno per se stesse in maniera tale da offrire ai miei clienti un prodotto esteticamente accattivante e genuino senza contaminazioni lungo la filiera produttiva.
Decisi di "smielare" al buio poiché è al buio che le api operano la trofalassi (passaggio del nettare da ape ad ape) e di ricoprire internamente sia lo smielatore (la centrifuga dove il miele viene separato dal favo) che il maturatore (la "grande cella" dove il miele viene stoccato) in cera d'api.
Avevo così la garanzia che il miele non fosse troppo edulcorato non abbandonando mai il suo posto d'origine: la cera.
Una culla perfetta per il miele, caratterizata da un odore inconfondibile.
E il vasetto?
Il procedimento non è stato facile da realizzare ma alla fine sono riuscito a replicare e rendere producibile in larga scala il prodotto.
Il nome deriva da un'idea di mio padre che lo "battezzò" Miele in Culla perchè: "un prodotto così sincero ed innocente come il miele merita di essere protetto così come natura ha voluto, in una culla di cera".
Dalla produzione del primo vasetto sono passati due anni durante i quali sono aumentati i formati e le dimensioni.
Ad oggi sono stanno arrivando i primi riconoscimenti e certificazioni.

Un amico mi chiese un giorno:
"perchè il miele mangiato direttamente dal favo è più buono?"
la risposta fu immediata "probabilmente è la cera che lo rende migliore".
L'intuizione che accompagnò quella risposta fu repentina:
e se realizzassi un vasetto completamente in cera d'api?
Da li cominciai gli studi preliminari sul miele e la sua produzione canonica ed industriale (non tanto dissimile), arrivando a scoprire che il miele assorbe odori e perde parte della sua peculiarità se esposto alla luce.
Tutto divenne più chiaro.
Dovevo ricreare il lavoro che le api fanno per se stesse in maniera tale da offrire ai miei clienti un prodotto esteticamente accattivante e genuino senza contaminazioni lungo la filiera produttiva.
Decisi di "smielare" al buio poiché è al buio che le api operano la trofalassi (passaggio del nettare da ape ad ape) e di ricoprire internamente sia lo smielatore (la centrifuga dove il miele viene separato dal favo) che il maturatore (la "grande cella" dove il miele viene stoccato) in cera d'api.
Avevo così la garanzia che il miele non fosse troppo edulcorato non abbandonando mai il suo posto d'origine: la cera.
Una culla perfetta per il miele, caratterizata da un odore inconfondibile.
E il vasetto?
Il procedimento non è stato facile da realizzare ma alla fine sono riuscito a replicare e rendere producibile in larga scala il prodotto.
Il nome deriva da un'idea di mio padre che lo "battezzò" Miele in Culla perchè: "un prodotto così sincero ed innocente come il miele merita di essere protetto così come natura ha voluto, in una culla di cera".
Dalla produzione del primo vasetto sono passati due anni durante i quali sono aumentati i formati e le dimensioni.
Ad oggi sono stanno arrivando i primi riconoscimenti e certificazioni.